Evasione fiscale per oltre un milione di euro: la Corte di Appello di Milano assolve l'amministratore

Di Redazione

Milano – Con una sentenza articolata in oltre 100 pagine, la Corte d’Appello di Milano ha assolto un imputato precedentemente condannato in primo grado per presunta evasione fiscale legata alla gestione di una società cooperativa. La difesa, affidata all’avvocato Andrea Aloi, ha ottenuto il pieno riconoscimento dell’estraneità dell’assistito ai fatti contestati. La Corte ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”, accogliendo la tesi secondo cui l’imputato non aveva alcun ruolo effettivo nella gestione operativa e amministrativa della società.

Secondo quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, l’imputato aveva assunto la carica di amministratore solo formalmente, privo di poteri decisionali e senza alcun coinvolgimento diretto nelle operazioni contabili. Questa circostanza è stata decisiva per l’assoluzione, poiché mancava l’elemento soggettivo del dolo, indispensabile per configurare un reato tributario.

L’indagine iniziale aveva portato all’accusa di omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali per gli anni 2013 e 2014, contestando un’evasione fiscale superiore al milione di euro. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per dimostrare la consapevolezza e la volontà dell’imputato di commettere un illecito. La difesa ha dimostrato che il soggetto ricopriva il ruolo di rappresentante legale solo nominalmente, senza mai esercitare concretamente funzioni gestionali.

La sentenza sottolinea l’importanza di un’accurata verifica delle responsabilità individuali nei procedimenti fiscali, evitando automatismi che possano coinvolgere persone prive di un effettivo ruolo decisionale. L’assoluzione rappresenta un precedente significativo e un chiarimento giuridico sulle dinamiche di responsabilità penale in ambito tributario.

L’avvocato Andrea Aloi ha espresso soddisfazione per l’esito del processo, evidenziando come la decisione confermi l’estraneità del suo assistito rispetto alle accuse. Con questa sentenza si chiude un lungo iter giudiziario, segnando un’importante vittoria per la difesa e per il principio di corretta attribuzione delle responsabilità nel diritto penale tributario.


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