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Per arrivare in Italia 8 anni fa pagò “15 mila euro e 7 mila euro per il permesso di soggiorno”, dopo aver studiato anche legge per fare l’avvocato nel suo Paese, e poi lavorò come “operaio sottopagato per 3 euro all’ora” in alcune fabbriche tessili del Napoletano in una condizione che lo rendeva “triste e disperato”, senza amici, e si “vergognava per questo”. Ora dice di stare “meglio in carcere”, rispetto alla sua vita precedente.
E’ così che nella perizia psichiatrica viene raccontata la storia del trentunenne bengalese che, lo scorso 12 agosto, ha aggredito e ferito in varie parti del corpo con un coccio di bottiglia una donna di 64 anni, in largo La Foppa a Milano. La perizia, firmata dallo psichiatra Mario Mantero, come già emerso, ha accertato l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti dell’uomo, difeso dal legale Andrea Aloi, che si è avvalso del consulente tecnico e psichiatra Marco Frongillo.
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